Mi chiamo Giulia, sono una studentessa all’ultimo anno di Giurisprudenza e lavoro come volontaria per il Pellegrinaggio. Insieme ad alcuni amici, mi occupo del servizio streaming: per tutta la notte siamo impegnati a riprendere il cammino con il cellulare, per dare la possibilità anche a chi non cammina di partecipare, seguendo la diretta su YouTube.
La mia affezione per il pellegrinaggio nasce inconsapevolmente da bambina, perché i miei genitori si sono sempre implicati nell’organizzazione e hanno cercato di trasmettere a me e a mio fratello l’importanza che aveva per loro questo gesto. Ad oggi, però, se decido di mettermi in gioco è perché questo evento è diventato significativo anche per me: non c’è stata una volta in cui, partecipando, sia rimasta delusa.
Ogni anno accade qualcosa, per cui la volta successiva mi riscopro desiderosa di esserci. Ad esempio, l’anno scorso ho camminato portando nel mio cuore una serie di domande e di preghiere, che non hanno ricevuto una risposta nell’immediato, anzi, se devo essere sincera, la risposta non ce l’ho neanche ora, eppure, rispetto all’anno scorso in cui ero arrabbiata con la vita per tutto quello che mi stava succedendo, oggi mi trovo addosso una inspiegabile gratitudine. Insomma, le domande ci sono ancora e le situazioni non sono cambiate, la mia vita è comunque tragica, eppure mi riscopro a non sentirmi sola.
Questo è quello che ogni volta mi accade con il Pellegrinaggio: il cammino e la preparazione nei mesi precedenti sono una continua riscoperta di Qualcuno che non mi abbandona e agisce attraverso le persone più impensabili. Il servizio che faccio, inoltre, è forse una delle esperienze maggiormente ‘concrete’, perché per riprendere il serpentone di persone e la croce spesso mi ritrovo a camminare all’indietro senza neanche accorgermene, eppure c’è sempre uno dei miei amici a tenermi lo zaino per evitare che cada. Questa può sembrare una cosa banale ma per me non è scontato; chiaramente siamo tutti lì per fare questo servizio, eppure dopo cinque ore in cui uno cammina, con la stanchezza e il dolore ai piedi, non è scontato che uno si accorga di te e ti afferri per un braccio.
E, proprio per questo che vi sto raccontando, mai come quest’anno avrei potuto non partecipare, perché come fai a non chiederti: come è possibile che nelle difficoltà della vita, come potrebbe essere la grave malattia di una persona cara, da arrabbiata ti ritrovi ad essere grata e a non sentirti sola? Questo è il motivo per cui ho deciso di partecipare sabato 8 giugno, perché per me il pellegrinaggio è occasione di scoprire l’iniziativa di un Altro nella mia vita e desidero potermi accorgere di questo sempre, soprattutto ora che sono vicino alla laurea, lo studio è tanto e faticoso e sono molti i dubbi e le domande sul futuro.