Testimonianza notturna di Asmae (giornalista siriana)
Il momento storico che stiamo attraversando è molto difficile, attraversato da guerre, persecuzioni e terrorismo, ma per nessuna ragione dobbiamo cedere alla paura. Come giornalista ogni giorno racconto le storie di chi fugge perché non ha più una casa, distrutta dalla guerra, di chi scappa dalla povertà o dalla minaccia di essere ucciso perché diverso. E ogni giorno racconto l’orrore di chi non conosce Dio e il vero significato della nostra vita e vive per seminare morte e orrore tra gli innocenti. Da credente nel Dio unico mi chiedo quale peggior bestemmia di chi usa il nome di Dio per uccidere le creature di Dio? Quale peggior insulto al dono della vita di chi vive nel culto della morte? Queste persone hanno abbracciato il Male e hanno scelto l’oscurità e le tenebre invece della Luce. Hanno storpiato e mistificato i valori della fede per farne un’orrenda bandiera dell’odio, della violenza e dell’abuso, che ferisce al cuore chi crede e ama Dio e ne vede ogni giorno tradito il messaggio.
Viviamo un momento storico in cui si consumano tragedie quotidiane e il cuore è continuamente ferito dalle sofferenze dell’umanità. Il mio lavoro mi permette di entrare in punta di piedi nelle vite degli altri, di ascoltare le loro storie e indagare le loro ragioni. Trovo grande dolore e disperazione, ma anche tanta voglia di rinascita e speranza. Nessuna notte dura per sempre e per quanto buia, dolorosa e angosciante, la notte lascia sempre lo spazio al giorno. Oggi, come umanità, stiamo vivendo una lunga notte, piena di incubi. Dobbiamo affrontarla e camminare verso la luce, perché Dio che è Nur, Luce.
Dobbiamo vivere il presente impegnandoci a sanare le ferite degli altri, che sono anche le nostre ferite. I muri oscurano la vista, ma i muri si scavalcano. I ponti che uniscono due realtà si attraversano. Serve sacrificio per costruirli, per renderli sicuri, per fare in modo che da un lato si parta e dall’altro si arrivi, ma che ogni punto di arrivo possa essere anche un nuovo punto di partenza.
Stiamo camminando da ore su un sentiero di Dio, donne e uomini diversi, uniti dall’amore di Dio e uniti nel riconoscerci tutti come sorelle e fratelli. Camminiamo con la forza di chi crede e vede la luce anche di fronte a tante tragedie e tante sofferenze. Camminiamo come ci ha insegnato il Signore, nel rispetto per il creato, in questo mondo che appartiene a Dio, dove siamo solo dei viandanti. Sto camminando con voi in questa toccante esperienza che mi sta insegnando molto, che mi commuove e mi emoziona. In questo ricongiungimento simbolico con l’abbraccio mariano che unisce le nostre fedi, il nostro amore nel Dio unico, in questa notte che è di preghiera, ma per noi è anche notte di Ramadan, di digiuno, purificazione e sacrificio. Una notte in cui cerchiamo Dio e attraverso Dio stiamo cercando anche la nostra umanità, per vincere la paura e riscoprirci sorelle e fratelli e riscoprire l’amore per il dono della vita.
Il mio pensiero non può non andare alla Siria, mia terra d’origine, ad Aleppo e ai suoi figli e ai figli di tutte le altre città su cui piovono bombe e in cui i civili continuano a morire, fuggire, soffrire, in Siria come altrove, in tutti gli altri Paesi feriti dalla guerra e dal terrorismo.
Vi ringrazio per avermi accolta in questo pellegrinaggio, per avermi dato la possibilità di unire le mie preghiere alle vostre, di stringervi le mani, ascoltare le vostre testimonianze, guardarvi negli occhi, riscoprendoci sorelle e fratelli.
Che il Signore accompagni questo fiume umano, lo benedica e faccia di noi tutti uno strumento di pace.
Vostra sorella Asmae